Speciale elezioni politiche 2022 / Le proposte Cna

Artigiani e piccole imprese al centro della politica industriale

Artigiani e piccole imprese al centro della politica industriale

Credito.

Il mercato del credito presenta uno scenario radicalmente mutato rispetto al recente passato. A determinare questo cambiamento: la fine delle misure straordinarie introdotte per contrastare gli effetti della pandemia, l’aumento dei tassi di interesse a seguito del mutamento nella politica monetaria della BCE e la ripresa dell’inflazione. Rimane non di meno immutata la selettività nella erogazione del credito in uno scenario in cui i tassi sono destinati ad aumentare. Cna chiede di riorientare gli strumenti di garanzia pubblica per assicurare un sostegno effettivo alle imprese di minori dimensioni e con merito creditizio più basso che presentano maggiori difficoltà nell’accedere al credito, nonché ai settori più coinvolti nelle grandi trasformazioni. In particolare, occorre valorizzare il ruolo dei Confidi, che per vicinanza alle imprese e al territorio rappresentano un essenziale canale di collegamento con il mondo bancario. Inoltre, tenuto conto che artigiani e piccole imprese non hanno facile accesso ai mercati dei capitali, Cna propone di rafforzare la struttura patrimoniale delle imprese detassando gli utili non prelevati e riconoscendo un incentivo all’apporto di capitale dei soci come avviene per le start up.

Incentivi.

Gli anni delle emergenze hanno riproposto il tema dell’efficacia delle politiche di sostegno e incentivazione alle imprese, evidenziando la necessità di una revisione delle modalità di attuazione delle misure. Occorrono interventi e procedure che superino la taglia unica degli incentivi e mettano fine alla modalità del click day, assicurando disponibilità adeguate a consentire l’accesso ai sostegni a tutti gli aventi diritto. Troppo spesso le misure sono genericamente rivolte alle PMI, senza alcuna considerazione delle caratteristiche ed esigenze specifiche di ciascuna dimensione d’impresa. Cna chiede di dare continuità alle misure di incentivazione dell’innovazione, quali il Piano 4.0 o la Nuova Sabatini. Questo affinché le imprese possano programmare le proprie strategie di investimento.

Le filiere nei grandi processi di trasformazione.

L’attuazione del Green Deal europeo, finalizzato a governare la transizione ecologica in chiave di sostenibilità, avrà impatti rilevanti sull’attività delle imprese, in particolare il piano Fit for 55 che impegna i paesi a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Un cambiamento epocale che impatterà in maniera profonda su intere filiere oggi fiore all’occhiello del made in Italy costituite, in gran parte, da piccole imprese. Cna chiede una politica industriale condivisa che accompagni la trasformazione delle filiere produttive coinvolte, a partire da quella dell’auto, che interessa molte decine di migliaia di piccole imprese operanti nella produzione e manutenzione dei veicoli, nei sistemi di alimentazione e trasporto. Il coinvolgimento di tutti gli attori economici è fondamentale, posto che questi grandi processi non possono essere improntati alla neutralità tecnologica delle scelte.

Favorire la partecipazione delle piccole imprese agli appalti.

La Cna chiede di portare a termine la riforma degli appalti in un’ottica di semplificazione del settore. È fondamentale favorire la partecipazione delle micro e piccole imprese alle procedure di gara attraverso l’effettiva suddivisione dei lotti e la razionalizzazione della disciplina nell’ambito della cosiddetta sottosoglia allo scopo di valorizzare le imprese del territorio. Vanno, altresì, superati gli elementi di eccessiva discrezionalità favorendo processi di qualificazione delle stazioni appaltanti, senza che ciò comporti una ulteriore concentrazione del mercato. Inoltre, Cna sostiene la necessità di adottare misure di facilitazione alla partecipazione al mercato degli appalti per le aggregazioni tra gli operatori economici (consorzi artigiani e cooperativi).

Le filiere nei grandi processi di trasformazione.

L’attuazione del Green Deal europeo, finalizzato a governare la transizione ecologica in chiave di sostenibilità, avrà impatti rilevanti sull’attività delle imprese, in particolare il piano Fit for 55 che impegna i paesi a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Un cambiamento epocale che impatterà in maniera profonda su intere filiere oggi fiore all’occhiello del made in Italy costituite, in gran parte, da piccole imprese. Cna chiede una politica industriale condivisa che accompagni la trasformazione delle filiere produttive coinvolte, a partire da quella dell’auto, che interessa molte decine di migliaia di piccole imprese operanti nella produzione e manutenzione dei veicoli, nei sistemi di alimentazione e trasporto. Il coinvolgimento di tutti gli attori economici è fondamentale, posto che questi grandi processi non possono essere improntati alla neutralità tecnologica delle scelte.

Favorire la partecipazione delle piccole imprese agli appalti.

La Cna chiede di portare a termine la riforma degli appalti in un’ottica di semplificazione del settore. È fondamentale favorire la partecipazione delle micro e piccole imprese alle procedure di gara attraverso l’effettiva suddivisione dei lotti e la razionalizzazione della disciplina nell’ambito della cosiddetta sottosoglia allo scopo di valorizzare le imprese del territorio. Vanno, altresì, superati gli elementi di eccessiva discrezionalità favorendo processi di qualificazione delle stazioni appaltanti, senza che ciò comporti una ulteriore concentrazione del mercato. Inoltre, Cna sostiene la necessità di adottare misure di facilitazione alla partecipazione al mercato degli appalti per le aggregazioni tra gli operatori economici (consorzi artigiani e cooperativi).