Speciale elezioni politiche 2022 / Le proposte Cna

Lavoro: contrattazione collettiva, formazione e rappresentanza

Lavoro: contrattazione collettiva, formazione e rappresentanza

Contrattazione collettiva e rappresentanza.

La diffusione di nuove modalità di lavoro flessibile e la crescente mobilità dei lavoratori richiedono che il legislatore affidi alla contrattazione collettiva la regolamentazione per trovare il punto di equilibrio tra le esigenze delle imprese e dei lavoratori. La contrattazione collettiva rappresenta, infatti, un modello virtuoso anche per fissare il giusto salario e gli elementi che compongono la retribuzione differita e indiretta, nell’artigianato affidata al sistema dalla bilateralità che ha dato prova di saper rispondere a bisogni specifici attraverso un’efficiente gestione delle risorse.
La completa applicazione dei CCNL sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale consente di combattere le irregolarità contrattuali e il lavoro povero, contrastando la contrattazione pirata, che costituisce un vero e proprio atto di concorrenza sleale per le imprese “regolari”, oltre a prevedere un salario inadeguato per i dipendenti. Al fine di valorizzare e incentivare il ricorso alla contrattazione collettiva, Cna chiede che gli aumenti salariali fissati dai contratti collettivi nazionali di lavoro siano oggetto di decontribuzione. Ciò per accrescere il recupero del potere di acquisto dei lavoratori e ridurre progressivamente il divario tra costo del lavoro e salario netto.

In virtù di quanto sin d’ora sostenuto e in linea con i principi costituzionali, Cna sollecita una legge sulla rappresentanza che consenta di misurare la rappresentatività delle organizzazioni datoriali e sindacali.

Formazione

La difficoltà a reperire mano d’opera rappresenta, anche in assenza di politiche preordinate a selezionare e qualificare i lavoratori immigrati, una delle principali preoccupazioni degli imprenditori. Difficoltà aggravata nell’ultimo periodo da strumenti di sostegno al reddito che, invece di fornire il necessario supporto alle situazioni di reale povertà, disincentivano la disponibilità al lavoro da parte dei percettori, alimentando peraltro forme di concorrenza sleale. Il possesso di competenze specialistiche, acquisite tramite l’istruzione tecnica superiore - favorita dalla recente riforma degli ITS e dalla valorizzazione degli IFTS - e la formazione continua, diventano due asset fondamentali che, uniti all’esperienza acquisita sul lavoro, permettono di migliorare qualità e competitività delle imprese. In considerazione del carattere strategico della formazione, Cna chiede che imprenditori, lavoratori autonomi e professionisti non ordinistici possano usufruire della formazione messa a disposizioni dai Fondi Interprofessionali. Cna sollecita, quindi, una più stretta integrazione tra sistema pubblico e privato per facilitare un virtuoso incontro tra domanda e offerta di lavoro.